Cuba. Città dai mille colori, spiagge paradisiache, un popolo solare e accogliente. Isola che non si ripete mai e cambia a seconda degli occhi che la guardano.
L’aspettativa di trovare un paradiso naturale, è stata messa in discussione dopo qualche giorno dal mio arrivo. Da turista, ho potuto si assaporare e vivere le bellezze caraibiche, ma non come me le ero immaginate. Ho trovato una realtà piuttosto “artificiale”, costruita ad hoc per il circuito commerciale. Cose certo ottime per un vacanziero, ma molto meno per un viaggiatore.
Io, che mi riconosco in questa seconda categoria, prediligo lo sporcarmi e il vivere realmente l’esperienza, arricchendomi dalla vera e profonda conoscenza del luogo. Nutrirmi dello scambio reciproco con la popolazione del posto, priva di filtri e ricca di storie. Conoscere persone attraverso ciò che mi viene raccontato ma soprattutto tramite quello che viene taciuto, ma che si può cogliere se si è osservatori attenti. Entrare nelle loro intimità per vedere, o almeno assaporare, come si vive realmente in un determinato posto.
Purtroppo, durante questo viaggio, mi è risultato molto difficile instaurare questo tipo di relazioni e questa impossibilità, ha inciso sull’esperienza globale; come avremo modo di vedere, questo non è il risvolto più inaspettato di questo viaggio.
Nonostante tutto, l’istinto del viaggiatore, unito ad una qualche volontà del mondo, mi ha concesso di conoscere alcune persone “speciali” e di tessere con loro un rapporto sincero. Grazie a queste, che hanno condiviso diverse e profonde riflessioni sul Paese, sono riuscito ad avvicinarmi un po’ di più alla realtà locale, scopo del mio viaggio. Sono venuto a conoscenza di luoghi che non avevo considerato o che non conoscevo durante la pianificazione di questa spedizione e che sono entrate in corsa nel mio itinerario, permettendomi di continuare la mia avventura con uno spirito diverso.
Baracoa, su tutte, è la città che mi ha colpito di più. È la località dove è avvenuto il primo sbarco degli spagnoli in territorio cubano: il primo insediamento.
Situata nell’estremo est dell’isola, è caratterizzata da una luce che la rende unica nel Paese. In questo clima reso magico dal mix di armonia e colori, ho dovuto però affrontare un imprevisto chiamato Dengue: un virus tropicale trasmesso attraverso la puntura delle zanzare. Febbre, dolori articolari e muscolari avevano preso in ostaggio il mio corpo per poi liberarlo l’ultimo giorno del viaggio. Fortunatamente non ci sono state gravi conseguenze e, all’arrivo in Italia, non avevo nessun tipo di problema, stavo bene. Ecco che, con questo finale imprevisto, come una festa conclusa sul più bello, nasce il progetto di fotografia: “¡Que viva Cuba!”. Dodici foto nella quale potete trovare tutto quello che avete appena letto e vedere molto di più. Lasciatevi sopraffare, ispirare e contagiare, d’altronde è Cuba!
¡Que viva Cuba!